
Integrare la pensione pubblica è un tema di grande importanza. E’ fondamentale quindi pianificare per tempo gli investimenti per rendere la propria pensione integrativa un obiettivo davvero raggiungibile.
In tal senso è lecito porsi domande come:
- Quando potrò andare in pensione?
- Basterà a garantirmi un tenore di vita adeguato?
- A quanto ammonterà la pensione?
Fattori come il rincaro della vita media e l’aumento dell’età pensionabile tendono a generare significativi scompensi del sistema pensionistico. Per ovviare a questo problema si può fare ricorso al PIP (piano individuale pensionistico).
La previdenza complementare gode di vantaggi fiscali riservati al risparmio previdenziale, in quanto è deducibile fino a €5.164,57 per anno.
I versamenti sono liberi e si decide anno per anno quanto e se versare; i lavoratori dipendenti possono destinare il proprio TFR al PIP.
Si può in aggiunta usufruire della prestazione pensionistica in presenza delle condizioni previste dalla legge, ovvero quando si è maturata l’età o gli anni lavorativi necessari per poter andare in pensione.
Ma qual è la prestazione?
Al momento della pensione si può riscuotere una rendita vitalizia o un capitale.
Le modalità di riscossione del capitale sono tre:
– 100% del capitale in casi particolari
– 50% capitale 50% rendita vitalizia
– 100% rendita vitalizia
Si possono chiedere le anticipazioni su quanto maturato nei seguenti casi:
- Affrontare spese mediche straordinarie per te o per la tua famiglia (fino al 75% del capitale maturato)
- Acquisto della prima casa per te o per uno dei tuoi figli purché siano trascorsi almeno 8 anni dall’iscrizione al pip (75% del fondo totale maturato)
- Per qualsiasi altra esigenza purché siano trascorsi almeno 8 anni dall’iscrizione al pip (30% del fondo maturato)
Ovviamente l’argomento è molto complesso e quest’articolo è solo una breve sintesi.
Ti invitiamo a contattarci se interessato a ricevere maggiori informazioni su questo tema.